Tra storia e leggenda

Tra storia e leggenda

Adagiato sulle pendici del Parco di Veio, a nord di Roma, Sacrofano è un borgo che custodisce un patrimonio storico e culturale profondo, stratificato nel tempo. Il suo territorio, ricco di fascino e natura vulcanica, è stato abitato fin dall'antichità, attraversando epoche che hanno lasciato tracce visibili ancora oggi.

Sacrofano, situato tra la via Cassia e la via Flaminia, fu inizialmente parte del territorio della città etrusca di Veio (ager Veientanus), fece poi parte dei possedimenti della chiesa e fu quindi “incastellato” per proteggere dalle invasioni dei Saraceni fino a divenire feudo degli Orsini e dei Chigi.

Il territorio prevalentemente agricolo di Scrofano con le sue terre già nel 780, sotto papa Adriano I faceva parte della Domusculta Capracorum, vastissima “azienda agricola” del primo nucleo dello stato della Chiesa.

Per motivi difensivi l’impianto abitativo di Scrofano si “incastella” verso “monte”, sul crinale, per difendersi intorno al X secolo dalle incursioni moresche, creando il castrum, il castello.
Molto ambito dalle famiglie baronali romane, soprattutto dagli Orsini, che ne diventano proprietari alla fine del XIV secolo. Nel 1554 gli Orsini concedono lo Statuto in cui sono regolamentati i rapporti tra cittadini. Sotto il loro dominio vengono potenziate le mura e si creano torri, alcune ancora percepibili tra le strutture delle case che vi si sono poi sviluppate a ridosso. Nel 1661 gli Orsini, seriamente indebitati, svendono il territorio di Scrofano con il suo Borgo ai Chigi, che, nel corso del 1700, diedero l'avvio ad una fase di ripresa edilizia. Si migliora l’accesso al Borgo con un grande scalone e potenti contrafforti. Al centro deI grande arco in blocchi di tufo che fa da ingresso al Borgo dalla parte nord, è posizionato uno stemma marmoreo che raffigura San Biagio Vescovo. Sul cartiglio è scritto in latino Proctetore. Sotto, la scrofa passante che dà il nome al paese. Porta San Biagio, 1572.

L’impianto urbanistico possiede coerenza e unità. La strada di sommità – via di Mezzo – costituisce la struttura portante di un sistema lineare che si articola in vie minori laterali, irregolari e scoscese. Il Borgo era luogo di residenza dei contadini, con le case molto vicine tra loro, che si alternano alle cantine fino a quattro livelli di profondità.

Accessibile da ogni lato, il Borgo è transitabile solo a piedi.